Categorie
Interventi Riflessioni

Progetto carcere: a Bollate c’è un mondo

Negli scorsi mesi, abbiamo intervistato persone detenute e agenti di polizia penitenziaria del carcere di Bollate (Milano), che ci hanno raccontato le loro esperienze e atteggiamenti nei confronti dello sport. Ve lo hanno raccontato Chiara Gambarana, Anastasia Dell’Oro e Claudia Massimi, in questo articolo (link all’articolo di “In coda al gruppo”: http://incodaalgruppo.gazzetta.it/2021/02/13/95347/).

Lo sport è certo il tema principale del nostro progetto ACTS – A Chance Through Sports (www.acts.polimi.it), ma ci interessa affrontarlo anche dal punto di vista dell’immaginario dello sport condiviso da tutti noi e dalla popolazione carceraria, in particolare. Fare sport fa bene, lo sappiamo tutti. Fare sport in carcere dovrebbe essere considerato necessario, proprio perché le restrizioni fisiche imposte dalla detenzione e le condizioni psicologiche di tutti coloro che vivono dentro le mura e lontano dagli affetti necessitano di un supporto ulteriore, di una qualche forma di espressione e di “liberazione”. Ne facciamo esperienza tutti, a causa di questa pandemia. Ecco che abbiamo ritenuto opportuno capire qualcosa di più anche delle altre attività che in tempi “normali” e pre-covid è possibile svolgere in carcere, oltre a quelle sportive.